Ogni volta che acquistiamo un prodotto alimentare, anche se non ci facciamo caso, sulla sua confezione sono indicati i componenti di cui è fatto. E possiamo leggere che, per 100 gr di prodotto, quanti grammi ci sono di proteine, grassi, zuccheri, carboidrati, fibre, più altre cose che, tutte insieme fanno, non ce ne stupiamo, 100 gr. E in effetti, se fossimo dei chimici esperti potremmo bollendo, centrifugando, precipitando dividere fisicamente tutte queste componenti e farne altrettanti mucchietti.
Però sulla confezione leggiamo sempre anche un’altra componente: le calorie. I nostri 100 gr di prodotto “contengono” anche un certo numero di calorie che sono quelle che, lo sappiamo bene, hanno un ruolo nel farci ingrassare ma ci danno energia.
Il piccolo mistero è questo: le calorie ci sono o non ci sono dentro il prodotto alimentare? In un certo senso, molto ovvio quando mangiamo quel prodotto e poi ci sentiamo meglio, le calorie ci sono. Grazie a quel prodotto il nostro corpo è in grado di consumare energia (le calorie) e compiere azioni.
Ma in un altro senso, le calorie non sono letteralmente dentro il prodotto. Infatti, se togliessimo tutte le proteine, i grassi, gli zuccheri, etc., alla fine non resterebbe più nulla. E quindi? Dove sarebbero finite le calorie?
Certo, si può sempre dire che le calorie se ne sono uscite insieme alle altre sostanze, ma è proprio questo il punto. Le calorie non sono una sostanza, un componente che potete togliere a piacimento, le calorie sono una grandezza fittizia che descrive un comportamento reale.
Avete mai visto una caloria? No.
Qualche chimico ha mai preso una fotografia di una caloria? Ovviamente no. Le calorie non si possono fotografare, perché non esistono. Esistono le proteine, i grassi, gli zuccheri e le fibre. Una caloria esprime la capacità di una sostanza, di alzare di un grado la temperatura di un grammo d’acqua distillata da 14,5 °C a 15,5 °C, alla pressione atmosferica normale. Non è una cosa, ma un’attività che, in determinate condizioni, un pezzo di materia è in grado di fare.
In campo medico si dice che alcuni cibi sono ricchi di calorie, e così dicendo, il linguaggio crea un fantasma: la caloria. Ovvero, fa quello che in linguistica si chiama nominalizzazione, in filosofia si chiama ipostatizzazione e nelle scienze reificazione: si inventa un nome per qualcosa che non esiste e, a seguito dell’invenzione e dell’uso di questo nome, lo si prende sul serio come se esistesse veramente.
La gente (scienziati e filosofi non fanno eccezione) fa confusione tra l’esistenza di un concetto (e della parola che si riferisce ad esso) e l’esistenza di qualcosa. A volte c’è la parola e c’è anche la controparte reale, per esempio, il Monte Bianco, a volte invece c’è la parola, per esempio caloria, ma non vi è alcuna entità concreta. In questo secondo caso la parola è solo una comoda scorciatoia per riferirsi a complessi stati di cose.
Le calorie non sono dentro il cibo, non compongono il cibo. Le calorie esprimono quello che i componenti di un prodotto alimentare possono fare nelle condizioni opportune (per esempio quando li mangiamo).
Che cosa c’entrano le calorie con un blog come questo dedicato alla mente? Perché le calorie sono un ottimo esempio per mettere in discussione la nostra fiducia in tantissime parole che hanno a che fare con la mente e che nessuno è mai riuscito a definire – informazione, computazione, rappresentazione, mente, se, soggetto. Sono tutte entità fittizie che non corrispondono a niente di reale; solo parole il cui uso è indispensabile.